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sabato 27 giugno 2015

Jazzit Fest di Collescipoli!


Sono arrivata ieri pomeriggio e (cosa che mi è accaduta anche l' anno scorso) ci ho messo un po' a orientarmi. Qui a Collescipoli ad ogni angolo di strada c'è qualcosa da capire, da ascoltare, da vedere. La navetta ti prende a Terni e ti lascia in un paesino del Jazz. E non sai da dove cominciare! Però accade anche che ad ogni angolo incontri qualcuno che conosci.
Qualcuno che conosci da tanto e sei felice di vedere. Oppure qualcuno che conoscevi solo attraverso gli avatar di fb e che ti sembra incredibile sia una persona vera! Ci si abbraccia, si sorride, si entra in un chiostro dove c'è un sound check e dove scorrazzano i figli dei musicisti felici di tutti quei suoni, poi esci e vedi gente assembrata davanti ad una chiesina pittoresca da dove esce musica, e allora ti affretti ad aprire quel programma fittissimo e a far combaciare ora e nomi di musicisti per capire chi è al piano o al sassofono, che di certo non puoi conoscere tutti e il nome di tutti.

Poi arrivi alla piazza Santa Maria Maggiore è c'è un concerto in corso mentre sorseggi un aperitivo, e scopri che alla piazza dietro c'è un altro concerto completamente diverso e ti chiedi come fosse possibile che non ne arrivasse neanche una nota alla piazza vicina.

Non si possono seguire tutti i concerti. E' bene saperlo da subito perché all' inizio incontri mille persone, vorresti essere ad ogni showcase ma è impossibile. Impossibile anche vedere uno showcase dall' inizio alla fine perché capisci subito che l' importante è carpire il clima generale, avere la consapevolezza di ciò che accade in questa porzione di mondo di musica che è il Jazz. Il Jazz? Forse.
Accade un po' di tutto. Alcune cose ti piacciono, altre meno, altre le capisci, altre meno, e ti rendi conto che comunque c'è da indagare e che l' occasione è irripetibile per scuoterti, in un senso e nell' altro.
Io sono abituata a fare recensioni di concerti qui non ne posso e non ne voglio fare: non è questo il senso di Collescipoli. Il senso è (parlo di musica - io di musica in senso strettissimo mi occupo, lo dico sempre) capire cosa c'è in giro. E anche conoscere chi lavora come te intorno alla musica, scriverti nomi, parlare o decidere di eclissarti. Stanotte io alle 23 ero fusa, positivamente intendo, ma venendo da una giornata cominciata alle 5:30 come sempre, ero satura, di note e di stanchezza. Qui il fine è sapere cosa accade nel mondo del jazz per poi studiare più a fondo le cose. E' un punto di partenza. 

Per farvi capire dalle 18 quante cose ho ascoltato ve le elenco: non posso essere precisa. Alcuni li ho ascoltati al volo passando, altri li ho ascoltati per il tempo di due brani e le impressioni che ho avuto sono di imprinting veloci e non possono dare un' idea se non di percezione emotiva "a pelle". 
Lorenzo Feliciati deep Combo "the pursuit of accident" (Feliciati al basso, Ray Powell al pianoforte e tastiera, Angelo Olivieri alla tromba e Lucrezio De Seta alla batteria) , un Jazz di atmosfera progressive, elettronico, con una sonorità tarata su dinamiche alte e spessore sonoro imponente.

Stefano Lenzi Quintet, in Largo Santa Maria Maggiore

Pasquale Innarella Quartet

Niccolò Faraci Quartet, con Niccolò Faraci al basso, Achille Succi al sax, Lorenzo Paesani al pianoforte e Gianluca Brugnano alla batteria: un jazz adrenalinico, dissonante, fatto di contrasti timbrici, tonali e dinamici.

Susanna Stivali, in duo con al pianoforte Ettore Carucci, una vocalist swingante, che omaggia con "Golsoniana" Benny Golson, tramutando i suoi brani in canzoni e giocandoci  con la consueta musicalità.

Cettina Donato al pianoforte  in duo con Massimiliano Rolff al contrabbasso, che hanno suonato un jazz vellutato e fluido. 

E poi ancora altri, tra cui Marcello Allulli con Francesco Diodati alla chitarra, Gianluca Brugnano alla batteria, guardati dal primo piano del chiostro mentre parlavo con Leonardo De Lorenzo, batterista impegnato oltre che a fare bella musica anche a dare un apporto fondamentale al miglioramento della vita dei bambini in ospedali, con il suo audiolibro "L' Isola dei Girasoli": il che dimostra che il buon Jazz (perché la parte "audio" di questo libro di favole scritto e disegnato dagli stessi bambini è musica seria, bella, composta per nonetto) può anche essere utile non solo a se stesso ma agli altri.

Oggi altri mille showcase: attenzione, non concerti veri e propri ma vetrine in cui gli artisti hanno possibilità di apparire davanti ad operatori del settore, discografici, organizzatori, tutti confluiti a Collescipoli, e che a loro volta possono partecipare a conferenze di personaggi come Ashley Kahn, storico, musicologo, giornalista.
Ciao io vado!
Daniela (la Floris) 

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