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venerdì 9 novembre 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Luca Bulgarelli


LUCA BULGARELLI


NATO A: ATRI, TERAMO (ABRUZZO)
STRUMENTO: CONTRABBASSO



Cosa significa la musica per te?
Vivere un'altra dimensione. Andare oltre.Ma posso dire che in passato era anche voglia di affermazione e bisogno di persuadere ed essere persuasi.
Oggi sento l'esigenza di divertirmi e divertire ma senza dover dimostrare qualcosa o persuadere qualcuno.La tentazione di replicare la formula giusta e di successo è sempre forte. Ma il successo è di chi se lo piglia diceva un mio amico.Da un musicista mediocre sarebbe prevedibile, ma anche i bravi musicisti sono sempre a rischio da questo punto di vista.
Rifletto solo sul motivo per il quale un musicista inizia a suonare e i motivi per i quali poi continua.Un tassista napoletano un giorno mi disse: si comincia rivoluzionari e si finisce borghesi.La musica ferma il tempo (nel frangente in cui ci si connette ad essa) e da' speranza e il divertimento è indispensabile.E la vera bellezza porta al percorso inevitabile di conoscenza e di presa di coscienza.La musica è anche lo sconvolgimento dei sensi tanto caro a Rimbaud e a molti artisti del passato e del presente. Condizione necessaria per cambiare prospettiva e per ”vedere e sentire” le cose come realmente sono. Infinite.“meglio essere odiati per ciò che si ama piuttosto che essere amati per le maschere che portiamo”.Si suona ciò che si è.

Cosa provi suonando il contrabbasso?

Posso dire che suonare è una cosa meravigliosa a prescindere dallo strumento.
Il contrabbasso, dalle forme decisamente femminili come la donna con le “f” di Man Ray, è fantastico da afferrare e da abbracciare.
Il contrabbasso è la mia storia.
Però quando suono o scrivo musica con le chitarre acustiche ed elettriche a casa mia, che non so suonare “bene” e che non voglio imparare a suonare meglio, mi sento un ragazzino e con il pianoforte, sul quale suono giusto gli accordi, mi sento altrettanto libero.
Credo che conoscere bene uno strumento porti a suonare e a fare un certo di tipo di esperienze così come credo che un approccio naif consenta di attraversare l'ignoto con creatività e libertà facendo altrettante cose belle e importanti.
Penso ai musicisti autodidatti ai quali non manca certo ispirazione e poesia.
Cosa è l’ Abruzzo per un abruzzese?
L'Abruzzo è una terra Forte e Gentile ma ibrida e dai mille risvolti. Un ulteriore concentrato in una piccola fetta di terra della già piccola e composita Italia.
Siamo un pò Stato Pontificio e un po' Regno delle due Sicilie di cui facevamo parte e di cui eravamo artisticamente e culturalmente la “lontana periferia” (spero non di suscitare polemiche fra i miei conterranei!).All'inizio pensavo non avesse peculiarità forti e caratteristiche importanti come altre regioni. (mi viene da pensare alla Sicilia, una terra che adoro e che trovo magica)
E con il passare del tempo ho capito che la sua incredibile varietà è la sua grande ricchezza. E me ne sono innamorato tardi.Ho saputo da poco infatti che la mia regione è prima in Italia per varietà e quantità di piatti gastronomici.L'olio di oliva è stupefacente così come il vino. Entrambe le cultivar sono autoctone.A disposizione mare, collina, campagna e montagna facendo piccoli spostamenti.
E sono fiero che siano tanti i musicisti abruzzesi, jazzisti colleghi e amici, a rappresentare la mia regione in Italia e nel mondo.


Cosa è l’ Abruzzo per un abruzzese?

L'Abruzzo è una terra Forte e Gentile ma ibrida e dai mille risvolti. Un ulteriore concentrato in una piccola fetta di terra della già piccola e composita Italia.
Siamo un pò Stato Pontificio e un po' Regno delle due Sicilie di cui facevamo parte e di cui eravamo artisticamente e culturalmente la “lontana periferia” (spero non di suscitare polemiche fra i miei conterranei!).All'inizio pensavo non avesse peculiarità forti e caratteristiche importanti come altre regioni. (mi viene da pensare alla Sicilia, una terra che adoro e che trovo magica)
E con il passare del tempo ho capito che la sua incredibile varietà è la sua grande ricchezza. E me ne sono innamorato tardi.Ho saputo da poco infatti che la mia regione è prima in Italia per varietà e quantità di piatti gastronomici.L'olio di oliva è stupefacente così come il vino. Entrambe le cultivar sono autoctone.A disposizione mare, collina, campagna e montagna facendo piccoli spostamenti.
E sono fiero che siano tanti i musicisti abruzzesi, jazzisti colleghi e amici, a rappresentare la mia regione in Italia e nel mondo.



Perché hai scelto il Jazz?

Perché non mi piaceva andare al Conservatorio e scegliere non è il mio forte. Guai a scegliere! Il jazz è una stanza di una grande casa che è la musica e per me la musica è un grande casa senza pareti.I miei gusti musicali sono cambiati nel corso degli anni. Più che di un genere parlerei dello stile di quel particolare genere.Prima mi piaceva la musica patinata, sofisticata e compiacente. Oggi me gusta la musica cruda, semplice e diretta. Come la cucina e la vita!
Il jazz è ricco di archetipi, stilemi e stereotipi e non c'è niente di male. Tutta la musica funziona più o meno così. Logiche di mercato e dello star-system incluse e di cui la musica jazz non è esclusa.E' nella sua natura un'evoluzione anche totale e cercare di definire cosa è jazz e cosa non lo è o di come la tradizione vada conservata sono aspetti della musica che mi interessano meno.
L'assolo e l'improvvisazione sono le caratteristiche che rendono il jazz una musica molto diversa dalle altre.Ma non sono automaticamente sinonimo di libertà e creatività e sono sempre i musicisti e le persone a rappresentarle.
Ho sempre inseguito la libertà, anche se mi chiedo tutt'oggi che cosa sia realmente, e ho scoperto che nel jazz ce n'è tanta nella misura in cui tu sei disposto a concedergliela.
È arduo improvvisare un assolo quanto scrivere e creare musica, testi e arrangiamenti compresi.Ho imparato tanto da qualsiasi forma musicale con la quale sia venuto in contatto e trovo che non siano le sofisticazioni melodico-armonico-ritmiche a rendere una musica più affascinante e interessante di un'altra.

Potrei raccontare una barzelletta adesso!?

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