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giovedì 28 giugno 2012

Abbiamo ascoltato per voi: Kobo Concept, Punk Zen


Kobo Concept
Punk Zen

Foto di copertina: Angelo Trani


Thomas Cassis, piano

Tommaso Montagnani, electric and acoustic bass

Octave Ducasse, drums

Sound Nexus  SNX001/1

Kobo concept” si autodefiniscono un “Trio parigino di Jazz contemporaneo” ed in effetti la musica che si ascolta in questo “punk zen” è certamente modernissima.  E’ musica scritta e costruita interamente per non essere mai prevedibile, soprattutto dal punto di vista ritmico.  Come in “Kobology”, impiantata su tre battute in 5 ed una in 4, in cui poi si passa ad un tempo tripartito e in cui l’ aspetto ritmico è drammatizzato dal contrabbasso oltre che dalla batteria: basta una frase reiterata sulla quale si svolgano tutti i cambiamenti successivi.  Oppure si trovano intro di pianoforte dolci e sospese alle quali seguono episodi al contrario molto connotati dal punto di vista di spessore armonico e dal punto di vista ritmico: in “Maigret”  è l’ ostinato scuro di basso che incalza, con la batteria che lo segue omoritmicamente ed il pianoforte che interviene con accordi percussivi.  Ma il contrasto tra introduzione e sviluppo del brano lo troviamo anche il “Was ist Kobo”: pianoforte orientaleggiante, quasi, come atmosfera, nonostante citi neanche così vagamente il suono del Big Ben…  per poco, perché si entra quasi subito in un episodio molto cadenzato in cui la batteria decide le sorti di quella intro così dolce all’ inizio, cambiandone l’ intenzione. Nonostante il piano rimanga cantabile, la batteria lo segue alitandogli sul collo pressoché omoritmicamente, creando in questo modo un curioso effetto all’ ascolto.
Il procedere di pari passo dal punto di vista ritmico si ritrova anche in altri casi: il trio procede sincronizzato in “ Speech Song”, ad esempio, compresi gli “stop time” che fanno diventare il brano interessante da tutti i punti di vista: ed in effetti rimane impresso da subito anche per la semplicità del tema melodico, armonizzato con cura.
Oppure è difficile dimenticare la progressione discendente del tema presentato dal contrabbasso, che il pianoforte armonizza con accordi interessanti e che rendono il brano quasi “sinuoso” all’ ascolto (“Le retour”).
I brani sono dieci, ognuno ha un suo particolare “disegno”, tutti sono congegnati con molta accuratezza, e rimane su quel congegno una buona parte aperta all’ improvvisazione di tutti.  Il brano finale “Kobo Concept” sembra racchiudere tutte le suggestioni presenti nei brani precedenti: dinamismo, varietà di ritmi e tempi, inspessirsi e diradarsi di volumi e suoni.
Di certo un cd più che interessante, incisivo, da ascoltare con attenzione per carpirne il più possibile le soluzioni spesso musicalmente quasi ingegnose .  

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