Translate on your language!

mercoledì 25 luglio 2012

Scioccanti vertigini in musica al Jazz Flirt Festival di Formia


Jazz Flirt Festival, Formia
Anteprima VIII edizione
Formia, 23 luglio, Teatro Remigio Paone


Walter Beltrami Postural Vertigo 5tet
Walter Beltrami – chitarre
Giovanni Falzone – tromba
Francesco Bearzatti – sax tenore e clarinetto
Stomu Takeishi – basso elettrico
Jim Black – batteria

Articolo di Daniela Floris
Foto del concerto: Riccardo Crimi (che ringraziamo)
Foto di repertorio: Daniela Crevena

Il Jazz Flirt di Formia è un altro di quei Festival che vivono della preziosa linfa di veri appassionati di musica, che si riuniscono in associazioni, lavorano duramente per un anno (combattendo mancanza di fondi, difficoltà burocratiche e chi più ne ha più ne metta) e riuscendo con caparbietà  a organizzare eventi di rilievo, senza comprare pagine di riviste, trovando da soli gli sponsor, in una parola, semplicemente amando il Jazz: ascoltando novità discografiche, discutendo tra associati, scegliendo gli artisti preferiti e infine ingaggiandoli e portandoli sul palco. 
Come abbiamo più volte detto, da questa logica conseguono Festival a misura d’ uomo, in location spesso suggestive, in cui il contatto con gli artisti è più autentico che non nelle “macchine da guerra” dei grandi festival “ufficiali”.
E’ sempre bello assistere a concerti che spesso avvengono in piazze bellissime, o i Teatri come il Remigio Paone, incastonato tra rovine romane che si intravedono dai cristalli dei pavimenti, veri e propri piccoli gioielli. Spesso suonano artisti che girano l’ Italia e pochi giorni prima o dopo erano ospiti di Festival altisonanti ed autorevolissimi.
A Formia si è esibito il quintetto del chitarrista Walter Beltrame, costituito oltre al leader da Francesco Bearzatti al sax tenore, Giovanni Falzone alla tromba, Jim Black alla batteria, Stomu Takeishi al basso elettrico.



Se amate un Jazz-rock venato di punk, se amate suoni che trasmettano sensazioni adrenaliniche per mezzo di volumi alti (e forti), spessori sonori espansi alla massima potenza con improvvisazioni simultanee, contrasti tra improvvisi silenzi e riprese al cardiopalma, il consiglio è certamente di assistere a questo concerto, legato (come spiega lo stesso Beltrami) alla spiacevole esperienza di una rara sindrome neurologica da lui sofferta in passato e che è denominata proprio “Benign Paroxysmal Postural Vertigo”: i sintomi sono angoscianti perché legati ad improvvise vertigini che provocano una destabilizzazione profonda. Beltrami ha voluto dunque tramutare in suoni le sensazioni che lo hanno accompagnato, suo malgrado, per sei lunghi mesi.



E di certo la musica del Postural Vertigo Quintet rende l’ idea di questi sconvolgenti tonfi in picchiata, inaspettati o anche temuti poiché attesi da un momento all’ altro.  Spavento, tensione, paura e febbrile rapporto con la realtà, tramutati una volta guarito in spunto creativo e resi vivi in modo non tanto da raccontare una storia ora conclusa, ma da trasmettere con i suoni sensazioni simili, e farli rivivere, chi sa, forse per primo a se stesso in chiave (come lui stesso ammette) psichedelica. Come? Con intro fatte di suoni sparsi, rumori: ad opera del suono secco e volutamente fermo, senza morbidezze, della batteria; o degli effetti anche percussivi e metallici del basso elettrico, o delle distorsioni della chitarra, isolate note dei fiati.  



Alle intro si susseguono,  improvvisi o graduali, ostinati compulsivi a cui si aggiungono note lunghe di sax e tromba.  E poi la apparente confusione di urli singoli che in cinque diventano intreccio sonoro di impatto emotivo evidente.  O l’ “insicurezza” di impianti ritmici irregolari esaltati da regolarissime frasi melodiche reiterate, ipnotiche ma non certo rassicuranti.  Suoni inizialmente disgregati che si aggregano in maniera ineluttabile, e si stemperano in atmosfere sospese, come di disorientamento che prelude una nuova tempesta, ed esplodono di nuovo per terminare di botto, facendo risuonare il silenzio che ne consegue. 
Bearzatti e Falzone sanno come inasprire i suoni al momento opportuno, sanno assecondare l’ andamento martellante di una batteria fortemente presente, dilagante, o la fantasia onirico – delirante del basso elettrico di
Stomu Takeishi .



Il tutto governato e pilotato dalla chitarra del protagonista di questi viaggi interiori, che detta i flussi sonori delle vertigini e del loro esaurirsi e riapparire.
Sound innegabilmente efficace, adrenalina assicurata, si riprende fiato solo a sipario chiuso, consapevoli – dopo il racconto sonoro di Beltrami – di quanto sconvolgente possa essere la BPPV, e sinceramente felici per lui di averla vittoriosamente combattuta. 


Nessun commento:

Posta un commento