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giovedì 28 giugno 2012

Abbiamo ascoltato per voi: Kobo Concept, Punk Zen


Kobo Concept
Punk Zen

Foto di copertina: Angelo Trani


Thomas Cassis, piano

Tommaso Montagnani, electric and acoustic bass

Octave Ducasse, drums

Sound Nexus  SNX001/1

Kobo concept” si autodefiniscono un “Trio parigino di Jazz contemporaneo” ed in effetti la musica che si ascolta in questo “punk zen” è certamente modernissima.  E’ musica scritta e costruita interamente per non essere mai prevedibile, soprattutto dal punto di vista ritmico.  Come in “Kobology”, impiantata su tre battute in 5 ed una in 4, in cui poi si passa ad un tempo tripartito e in cui l’ aspetto ritmico è drammatizzato dal contrabbasso oltre che dalla batteria: basta una frase reiterata sulla quale si svolgano tutti i cambiamenti successivi.  Oppure si trovano intro di pianoforte dolci e sospese alle quali seguono episodi al contrario molto connotati dal punto di vista di spessore armonico e dal punto di vista ritmico: in “Maigret”  è l’ ostinato scuro di basso che incalza, con la batteria che lo segue omoritmicamente ed il pianoforte che interviene con accordi percussivi.  Ma il contrasto tra introduzione e sviluppo del brano lo troviamo anche il “Was ist Kobo”: pianoforte orientaleggiante, quasi, come atmosfera, nonostante citi neanche così vagamente il suono del Big Ben…  per poco, perché si entra quasi subito in un episodio molto cadenzato in cui la batteria decide le sorti di quella intro così dolce all’ inizio, cambiandone l’ intenzione. Nonostante il piano rimanga cantabile, la batteria lo segue alitandogli sul collo pressoché omoritmicamente, creando in questo modo un curioso effetto all’ ascolto.
Il procedere di pari passo dal punto di vista ritmico si ritrova anche in altri casi: il trio procede sincronizzato in “ Speech Song”, ad esempio, compresi gli “stop time” che fanno diventare il brano interessante da tutti i punti di vista: ed in effetti rimane impresso da subito anche per la semplicità del tema melodico, armonizzato con cura.
Oppure è difficile dimenticare la progressione discendente del tema presentato dal contrabbasso, che il pianoforte armonizza con accordi interessanti e che rendono il brano quasi “sinuoso” all’ ascolto (“Le retour”).
I brani sono dieci, ognuno ha un suo particolare “disegno”, tutti sono congegnati con molta accuratezza, e rimane su quel congegno una buona parte aperta all’ improvvisazione di tutti.  Il brano finale “Kobo Concept” sembra racchiudere tutte le suggestioni presenti nei brani precedenti: dinamismo, varietà di ritmi e tempi, inspessirsi e diradarsi di volumi e suoni.
Di certo un cd più che interessante, incisivo, da ascoltare con attenzione per carpirne il più possibile le soluzioni spesso musicalmente quasi ingegnose .  

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Luca Mannutza


LUCA MANNUTZA

NATO A CAGLIARI (SARDEGNA)
STRUMENTO: PIANOFORTE


Cosa significa la musica per te?

Per me la musica è vita......


Cosa provi suonando il pianoforte?

Liberta' totale nel rispetto delle leggi.E' come andare sott'acqua,liberta' totale nel rispetto delle leggi del mare.

Cosa è la Sardegna per un sardo?  

La Sardegna è la terra natale,con cui ho un forte legame,ma non ne sono schiavo!


Perché hai scelto il Jazz?

In realta' non l' ho scelto( il jazz),mi ha catturato!Trovo che sia una musica con grande liberta' d'espressione, pur nel rispetto di un linguaggio codificato.La tua personalita' fa poi la differenza........

martedì 26 giugno 2012

Auguri Gilberto Gil!!!!!!

Settant' anni proprio oggi! Noi lo festeggiamo con voi mostrandovi le foto che Dani Crevena gli ha scattato a Bergamo Jazz e ad Umbria Jazz l' anno scorso.  Guardate che energia! E guardate la poesia del bacio affettuoso di suoi figlio durante il concerto a Bergamo. La poesia è musica. L' energia è musica.  D&D!!!! 















lunedì 25 giugno 2012

Intervista a Kenny Wheeler: il mio Jazz tra composizione, interpretazione ed improvvisazione

INTERVISTA DI DANIELA FLORIS
FOTO DI DANIELA CREVENA 

Kenny Wheeler,trombettista, compositore, arrangiatore, non solo jazzista.  Canadese di nascita, ma Londinese di adozione, è diventato a tutti gli effetti un jazzista europeo, scrivendo musica magistralmente e allo stesso tempo interpretando musica suonando la tromba in maniera personalissima.  Ci ha rilasciato questa intervista, che corrediamo con le foto di Daniela Crevena scattate a Londra in occasione della registrazione del suo ultimo cd uscito per Cam Jazz, "The Long Waiting", con la sua Big Band. 












Kenny, ho letto che lei ha scelto di suonare la tromba perché suo padre , trombonista, portò a casa una cornetta per lei.  Si comincia quasi “obbligati” ma ad ascoltare i suoi lavori sembrerebbe che suo padre abbia avuto l’ intuizione giusta! Ha mai sognato nella sua lunga carriera di suonare un altro strumento?

Ho iniziato a suonare il piano e il vibrafono molti anni fa. Ho cominciato a capire che avrei potuto diventare un pianista, e questa cosa la amavo, e così ho iniziato a far pratica sullo strumento regolarmente. Il problema è che ho realizzato dopo poco che per essere veramente bravo la propria tecnica la si costruisce con ore ed ore di studio.

Lei prima di tutto è compositore, e scrivere musica per orchestra sembrerebbe venirle naturale.  Comporre, arrangiare nel Jazz è stato un aspetto che mi ha sempre affascinata: se è vero che il Jazz si basa molto su estemporaneità e improvvisazione, la storia del Jazz è fatta anche di Big Band leggendarie… musica scritta, arrangiata.  Che differenza trova di espressione tra lo scrivere ed il suonare, ed il suonare improvvisando?

Quando scrivi, è una sorta di “per sempre” … quando improvvisi puoi cambiare ogni volta quello che suoni. Quando compongo qualcosa cerco di fare una bella composizione e di dare ai musicisti l’opportunità di rielaborare completamente i pezzi. Penso che la composizione, in ogni caso, nel Jazz fornisca una struttura, una base per i musicisti sulla quale essi potranno fare qualsiasi cosa vorranno con i loro assolo, e dà a sua volta a chi ascolta i punti di riferimento tra gli assoli.

Una volta che il brano esiste, non deve necessariamente rimanere lo stesso. Altri poi, compositori, arrangiatori, e così via, possono improvvisare sulla struttura e dare ai musicisti qualcosa di differente su cui lavorare quando suonano i loro assoli. 

In fondo per un direttore d’ orchestra l’ orchestra è uno strumento.  Si riesce a "suonare" un’ orchestra improvvisando?

Una volta che il pezzo è scritto, puoi improvvisarci sopra come vuoi. Un brano inizialmente scritto per un piccolo ensemble in seguito lo puoi riarrangiare per una Big band o per un gruppo ancora più numeroso, cambiandone magari la scansione del tempo o altre cose del genere. Probabilmente l’unica ‘Big Band’ in cui ho suonato e nella quale era tutto completamente improvvisato è stata la "Globe Unity". 

In Europa, dal suo punto di vista, c’è fermento dal punto di vista del Jazz? Si percepiscono novità, e se nascono nuovi talenti, hanno modo di emergere? Di solito le novità si cercano in America… cosa pensa di questo fenomeno?

Ci sono molti giovani musicisti provenienti sia dall’Europa e sia dagli States che suonano benissimo: qualcuno suona benissimo e scrive altrettanto bene. Penso che l’Europa sia arrivata ad un livello molto alto ultimamente:  molti europei accolti negli States suonano tanto bene quanto i musicisti americani che vengono qui in Europa. Questo è meraviglioso, ed è giusto che sia così. Forse c’è stata una stasi un po’ di tempo fa e le cose sono rimaste ferme per un po’ ma penso che ora ci sia un certo fermento, il che mi piace.


La sua tromba è inconfondibile. E' uno strumento che si presta a virtuosismi, può essere fonte di migliaia di suoni diversi, eppure, ad ascoltarla, lei ha sempre lavorato tenendosi lontano da dinamiche “esplicite”.  Sembrerebbe sempre alla ricerca di un linguaggio emotivo interiore… la tromba come strumento espressivo piuttosto che strumento da spremere  al massimo delle sue potenzialità tecniche.  E’ così?

Alcuni musicisti sanno fare entrambe le cose: suonare benissimo e spingere lo strumento al suo limite più estremo, fino al  “Do alto”, se così si può dire. Io cerco solo di ampliare il raggio delle cose che posso fare, tentando di fare il meglio che lo strumento mi consente di fare.

C’è un artista da cui ha imparato una cosa in particolare, ed uno invece (può capitare!) da cui ha imparato cosa non bisogna fare?

E’ assolutamente certo che si è  la somma delle influenze che si sono nel tempo assorbite. Qualsiasi cosa si ascolti, quella un po’ di sicuro influisce sul tuo modo di suonare. Ciò che può renderti differente da altri è ciò che decidi di fare con quelle suggestioni.  E’ importante quanto lasci che traspaia di te stesso.  Credo di avere imparato molto da Lee Konitz ma, a mio avviso, imparare cosa NON fare è difficile: ci sono musicisti che infrangono tutte le regole pur suonando magnificamente.  

Quanto conta l’ etichetta discografica con cui si lavora? Si viene influenzati in qualcosa, o solitamente si gode, a certi livelli, di una grande libertà?

Sono stato fortunato perchè ho avuto una lunga collaborazione con Ecm e più di recente con Cam Jazz e ho avuto la possibilità di lavorare con grandi musicisti. Non so se i musicisti abbiano sempre la completa libertà di scegliere . Ma una volta che si entra in una sala di registrazione, ciò che conta è che ognuno vuole fare di quella registrazione un evento speciale.  Io ho registrato con tantissime  persone speciali.

Cosa consiglierebbe ad un bambino talentuoso che cominci a studiare uno strumento a fiato,  e cosa consiglierebbe ai suoi genitori, che come abbiamo visto spesso sono stati decisivi nella carriera di grandi musicisti?

Penso solo potrei dire ai genitori sarà quel che sarà. A un bambino che inizia a suonare vorrei dire che è meglio far pratica 15 minuti al giorno piuttosto che due ore ogni sabato e credo che Wynton abbia detto "sta tutto nel fiato…"

(trad. Daniela Crevena)





Qui di seguito la versione in inglese dell' intervista.  


Kenny, I’ve read that you chose to play trumpet because your father, a trombonist, bought to you a cornet. You were obliged but, listening your work, we can say that your father was right! Have you ever dreamt of playing another instrument?
I used to play Piano and Vibes many years ago. I used to feel that I could maybe be a piano player, as I love, and used to practice the instrument regularly. The problem was that I realized after a while that to be really good you have to spend hours and hours building your technique.  

You’re a sophisticated composer and writing music for orchestra seems to be natural for you. I’m referring to your latest cd “the Long Waiting” recorded for Cam Jazz.  I’ve always been fascinated by composition and arrangement: if it’s true that jazz is improvisation and unconstrained, it’s also true that its history has been made by legendary Big Bands who play written and arranged music. What is the difference between expressing yourself writing and playing, may be improvising?
When you write it’s kind of forever, when you improvise you can change what you play each time. When I compose something I try to make it beautiful and to give the musicians the opportunity to rip it to pieces. I think the composition, in Jazz anyway, provides a framework for the musicians to do whatever they want when the play their solos and gives the audience points of reference in between the solos. 

For an orchestra director, the orchestra in an instrument. Is it possible to improvise “playing an orchestra”?
Once a piece is written you can improvise with what you do with it. Maybe start with a small group and arrange it for a big band or bigger group change time signatures or whatever. Once a tune exists it doesn’t have to stay the same, other people, composers, arrangers, can improvise with the structure and give the musicians something different to work with when they solo. Probably the only ‘big band’ that I played in which was totally improvised was Globe Unity.   

According to you, is jazz in Europe developing? We are perceiving innovation… and if new talent is out there, is it emerging?  Usually we look  to America to find innovation… what do you think? 
There are so many young players coming through from Europe and the States who play great and some who play great and write. I think that Europe is much more equal now and there are more people going over to the States and playing as well as American musicians coming to Europe which is great and that’s how it should be. Maybe there was some stagnation a while back where things stood still for a bit but I think that things are getting a bit more ‘edgy’ again which I like.

Your sound is unmistakable.  The trumpet is a virtuoso instrument and can produce thousands of possible sounds, but listening to you, you have always stayed away from explicit dynamics. It seems you’re permanently searching for an inner language where the trumpet is “the instrument” not the musical instrument to push to the top of its technical possibility. Is it true?
Some players can do both - play great and really push the instrument to its limit high ‘C’s’. and everything. I just try to expand what I can do, try to do it better within what the instrument will let me do.

Is there an artist from whom you’ve learnt something in particular, and one from whom you’ve learnt what not to do?
You cannot help but be the sum of your influences. Everything you hear must influence you a bit. It’s what you do with those influences that can make you different. How much of yourself you allow to come through that’s important. I suppose I have learnt a lot from Lee Konitz but as far as learning what not to do that’s hard because there are some people who break all the rules and still sound great.

How important the record label to work with? Do you think there is any influence or strain or is there, at your level complete freedom of choice? 
I have been lucky in that I have had a long association with ECM and more recently CAM Jazz and have been able to work with great musicians. I don’t know if any musician always has complete freedom of choice all the time but once you get to the recording stage everyone wants to make the recording special and that’s what counts. I have recorded with lots of special people.

What do you suggest to a gifted child who is starting to play a wind instrument and what would you suggest their parents, who are so often influential to the career of great musician do?
I just think that if it’s meant to be it will be is what I would say to parents. To a child starting out I would say it’s better to practice 15 minutes a day rather than two hours every other Saturday and as, I think Wynton said ‘’it’s all in the breath…’’  

sabato 23 giugno 2012

Musica per immagini: Buster Williams al Blue Note di Milano.

Il Jazz lo si racconta anche con le immagini.  Ecco a voi Buster Williams, in quartetto, al Blue Note di Milano, a marzo 2012.  Foto, naturalmente, di Daniela Crevena. Ecco il Jazz... lo sentite, guardando?


Buster WIlliams, contrabbasso
Mark Gross Sax Alto & Soprano 
Patrice Rushen Piano
Lenny White Batteria

















venerdì 22 giugno 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Daniele Scannapieco




DANIELE SCANNAPIECO 

NATO A CAMPAGNA (SA), CAMPANIA
STRUMENTO: SAX



Cosa significa la musica per te?

La musica è per me come la linfa per le piante…banale? …è il regalo più bello che abbia mai ricevuto,insieme ai figli….ancora banale?...però ultimamente il Dio della Musica mi sta facendo arrabbiare un po’…sarà l’età che avanza….la mia e la sua….Mi ha dato la possibilità di girare tanto e di conoscere tanta gente,quindi di crescere…però a volte che palle….


Cosa provi suonando il sax?

Eheheh…talvota tanta gioia e felicità….altre un profondo senso di vuoto,nel senso che mi chiedo:“ma che ci sto a fare qui? Perchè non sono a fare qualcosa di più costruttivo anziché suonare tutte queste cagate?” Però a volte vorrei che il tempo si fermasse e rimanere con tutte quelle vibrazioni meravigliose,che la musica dà, addosso e che mi risulta difficile descrivere….

Cosa è la Campania per un campano?  

Rappresenta le mie radici,la mia origine,la mia famiglia…so che non è il massimo della vita ma è un buon posto e c’è sicuramente di peggio…tra l’altro il mio paesino d’origine è veramente molto carino..normalmente i visitatori dicono:” ma qui siamo davvero in provincia di Salerno?”…il problema è che Napoli è troppo più grande e popolare quindi tutti pensano che la Campania sia tutta lì….

Perché hai scelto il Jazz?

In realtà me lo chiedo pure io…proprio non mi so dare una risposta….penso di esserci capitato in mezzo così per caso…ho incontrato le persone “giuste”al momento “giusto”…..ma saranno state “giuste”?…mah…..Comunque,continuo ancora un po’ e poi vediamo….

mercoledì 20 giugno 2012

Musica per immagini. Mario Biondi live, a Bergamo

Le foto raccontano, le foto si ascoltano, anche.  Ecco Mario Biondi, live, a Bergamo.  Aprile 2012.  Daniela Crevena per voi.  La sentite la sua voce inconfondibile? D&D










martedì 19 giugno 2012

Una birra con... Angelo Adamo

Angelo Adamo suona l' armonica cromatica, strumento nel Jazz poco diffuso eppure prezioso e per il quale sono state scritte pagine di musica bellissime.  Suona anche l' armonica diatonica! Ha collaborato con grandi nomi del Jazz e della musica leggera, dei quali citiamo Stefano Bagnoli,Lutte Berg, Samuele Bersani, Flavio Boltro, Stefano Bollani, Jimmy Cobb,Dario Deidda,Irio De Paula,Bebo Ferra, Roberto Faenzi, Lucio Ferrara, Ettore Fioravanti, Gianni Morandi,Piero Odorici,Marcello Rosa, Dario Rosciglione, Daniele Scannapieco,Ares Tavolazzi,Massimo Urbani, e persino Toots Thielemans.  Ma nella sua musica ci sono per forza anche le stelle, dato che è laureato in Astronomia...
Noi lo abbiamo conosciuto ascoltando un suo bellissimo cd, "My foolish Harp" , che la Floris ha recensito per Gerlando Gatto... e in questo blog è presente come armonica solista in uno dei nostri ascolti, "Chiaroscuri" di Enrico Pitaro.  Ciò che abbiamo sentito di lui ci è parso bellissimo.  E' un artista da ascoltare con attenzione e da farvi conoscere: per questo lo abbiamo intervistato! Ecco le sue risposte alle nostre 19 domande! D&D

Le foto sono di SKAttomaTTO.net




Foto di SKAttomaTTO.net





Luogo di nascita:
Cosenza


Eta’:
44


Vivi a?
Bologna


Birra preferita:
Non ho grandi pretese, non sono un esperto. Una media bionda va benissimo, grazie…


Vino Rosso o Bianco?
Rosso, fermo e (ora faccio inorridire i veri intenditori) freddo!


Piatto preferito;
Un piatto enorme con tutta la cucina italiana dentro


Colore preferito:
Direi che mi piacciono davvero tutti, anche quelli per noi invisibili. Viva lo spettro elettromagnetico! (sai, deformazione professionale…)


Squadra del cuore:
Mai stato tifoso se non in corrispondenza dei mondiali di calcio, l’unica occasione in cui tutti gli italiani si sentono davvero tali, e allo stesso modo.
Almeno credo…


Il disco che ti ha fatto innamorare del Jazz:
Sono stati diversi. I primi furono quelli di Bill Evans in trio (Explorations, Waltz for Debbie, Portrait in jazz, …), assieme a Kind of Blue di Davis e Maiden Voyage di Hancock. Ovvio che c’è spazio anche per Affinity (Evans, Thielemans), ma questa è un’altra storia…


Il Jazzista che più ti ha ispirato:
Anche qui è difficile rispondere. Direi che Jarrett, Garbarek, Surman e Metheny hanno costituito per molto tempo icone sonore per me fondamentali


Quale musica da ascoltare oltre al Jazz?
Pur amando tanto jazz, di sicuro preferisco “arredare” il mio spazio e il mio tempo con la classica, specie il primo novecento, ma anche Bach, tanto Bach.
 

Ultimo libro letto:
Uno strano silenzio di Paul Davies


Libro indimenticabile:
Tanti. Troppi. Devo proprio scegliere?
Me ne viene uno al volo: Solaris, di Stanislaw Lem. E poi, come sgranando un rosario letterario, arrivano prepotenti a reclamare spazio: Finzioni (ma non solo) di Borges, l’opera omnia di Calvino, di Levi, di Omero, di Asimov, di Clarke, di Poe, di …  Insomma, viva i classici


Ultimo film visto:
The Raven. Intrigante


Film indimenticabile:
Anche qui devo violentarmi per sceglierne uno.
2001, Odissea nello spazio. Ma già, non appena lo dico, sento un senso di fastidiosissima incompletezza


Citta’ o Campagna:
Periferia


Il tuo primo progetto:
Interpreto come “Primo progetto discografico”: Quanta, un disco in solitudine dedicato alla Natura e alla scienza che tenta di darne spiegazione. Pubblicato dalla M.A.P. di Milano e ripublicato da “Le muse group” di Modena”


Il tuo progetto attuale:
Ancora una volta, interepreto come “Progetto discografico”.
Sto per uscire con due dischi miei: un altro in solitudine - per certi versi, la continuazione di Quanta - e uno di musica classica, con l’orchestra sinfonica (!). In Maggio entrerò di nuovo in sala di incisione per registrare altri due CD, il primo con un mio trio e il secondo con un mio quartetto.
A breve, uscirà pure un disco su musiche del compositore Marco Dalpane e due film con la mia armonica come “protagonista” delle colonne sonore: Itaker di Trupia e Vanità delle Vanità di Diritti, l’autore de L’uomo che verrà, per intenderci.


Progetto sogno nel cassetto:
Poter vivere dignitoso tutta la mia vita occupandomi solo delle cose che amo fare: suonare, scrivere, disegnare, divulgare la scienza e l’astrofisica in particolare


Foto di SKAttomaTTO.net
Foto di SKAttomaTTO.net

venerdì 15 giugno 2012

Quattro domande di una vaghezza da incubo a Nicola Angelucci



NICOLA ANGELUCCI

NATO A: GUARDIAGRELE (CH), ABRUZZO.
STRUMENTO: BATTERIA


Cosa significa la musica per te?

La prima parola che mi viene in mente è "RISPETTO"… e comunque grazie cara Floris, grazie per questa domanda così specifica e mirata ( è come chiedere ad un astrologo: "cosa significa il cielo per te"? ) …grazie per avermelo chiesto…mi hai fatto riflettere molto, non ci avevo mai pensato prima, ora lo so con più precisione…  http://it.wikipedia.org/wiki/Musica 


Cosa provi suonando  la batteria?

Andiamo sempre meglio con le domande…sempre più specifiche…!!! a volte la odio e a volta la amo…provo tutto, proprio tutto…e quando dico tutto è tutto…qualsiasi cosa si possa immaginare…sono stato abbastanza chiaro no!?!? …è la verità…!!! 


Cosa è l’ abruzzo per un abruzzese?  

Mamma, papà, arrosticini, pizzelle, 'nduccio e ogni tanto un pochino di nostalgia! 



Perché hai scelto il Jazz? …

Era quello che "COSTAVA" meno…!!!…purtroppo mi sono accorto, solo dopo, che  era anche quello che "PAGAVA" meno…!!! 


PARENTESI SERIOSA: grazie a voi, Daniela & Daniela per il vostro operato, per la vostra  passione/professione, dedizione e rispetto che hai nei confronti di noi musicisti e della musica… W IL JAZZ…!!!

martedì 12 giugno 2012

Una birra con... Paolino Dalla Porta

Paolino Dalla Porta è uno dei nostri migliori contrabbassisti.  La Floris ne ha avuto riprova proprio in questi giorni ad Alba Jazz, dove ha suonato con i Devil Quartet e Mattia Cigalini.
Paolino ha cominciato con lo studio della chitarra per poi, improvvisamente, a 21 anni, passare al suo contrabbasso.  E se lo ascoltate capirete che ha fatto benissimo! Ha suonato con grandi musicisti, come  Kenny Wheeler, Pat Metheny, Lester Bowie, Paul Bley,  Antonello Salis, Mick Goodrick, ALee Konitz, Michel Pertucciani, Billy Cobham, Mal Waldrom, Massimo Urbani, Don Cherry, Franco D’Andrea, Tony Scott, Sam Rivers, ma ha realizzato diversi progetti da leader.  Sono cose che sapete benissimo, crediamo... serve altro? Si servono le sue risposte alle nostre domande!!! D&D






Luogo di nascita: 
Mantova


Eta’: 
55


Vivi a?
Milano


Birra preferita:
Trappista belga


Vino Rosso o Bianco?
Vino rosso, ma d’estate qulche buon vino bianco secco con il pesce.


Piatto preferito:
In generale la cucina mediterranea, preferibilmente a base di pesce


Colore preferito:
Tutti escluso il rosa….


Squadra del cuore:
Inter


Il disco che ti ha fatto innamorare del Jazz:
A Love Supreme di John Coltrane


Il Jazzista che più ti ha ispirato:
Miles Davis, Ornette Coleman, Scott La Faro, Jimi Hendrix, Ligeti…
la lista sarebbe lunghissima…..


Quale musica da ascoltare oltre al Jazz?
Musica Contemporanea, musica etnica (Africa, India,Giappone…)


Ultimo libro letto:
Il Vangelo secondo Gesù di José Saramago


Libro indimenticabile:
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury


Ultimo film visto:
Cosmopolis di Cronenberg


Film indimenticabile:
2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick


Citta’ o Campagna:
Vivo in città, mi piace la campagna ma il mio sogno sarebbe poter vivere vicino al
mare…..


Il tuo primo progetto:
Il quartetto con Antonello Salis, Sandro Satta, Manhu Roche con cui ho inciso
“Canguri Urbani” nel 1988, primo disco da leader


Il tuo progetto attuale:
Il duo con Giovanni Falzone, “Minimal Duo”


Progetto sogno nel cassetto:
Il progetto: registrare un disco in trio con George Garzone e Eric Harland.
Il sogno : poter suonare con Ornette Coleman…..